Sotto le Unghie delle Fate
Lo spettacolo lascia intravedere tutto ciò che è rimasto sotto le unghie del mio percorso professionale e di uomo attraverso periodi storici vissuti o studiati.
Ne sono emerse varie riflessioni che nascono da passaggi della Bibbia e del Corano, da situazioni storiche del nostro risorgimento, da discorsi di Bush e di fanatici islamici, da considerazioni di politici ed ecologisti, con sprazzi di citazioni di Alda Merini, Leopardi, Jung, Kantor... In 75 minuti, colloquio e interagisco con immagini proiettate sulle varie superfici dello spazio scenico.
Lo spettatore, grazie a frammenti di testo, brani musicali ed immagini entro i quali mi muovo come attore, si confronta in modo emotivo ed artistico, con le problematiche attuali. Lo spettacolo non intende fornire risposte, ma creare l'occasione per riflettere sul valore di alcuni concetti che abbiamo automaticamente ereditato da una lettura tradizionale della storia.
In scena ricerco un uso innovativo della multimedialità, scomponendo su diversi oggetti, superfici, frammenti, le immagini che divengono di volta in volta, sogno, incubo, interlocutore. Gli oggetti si scompongono e ricompongono in feticci differenti che alludono al mantenersi di miti e sanguinose liturgie durante la storia;
Ocalan e Ciro Menotti, Mandela e Garibaldi , la Comune di Parigi e Le Torri Gemelle balenano attraverso un grido, un dispaccio, una notizia di giornale o una radiocronaca. E l'attore, attraversando con il suo viatico d'oggetti questo paesaggio lunare,
"… pago di un mondo ormai spento dalla fortuna
crea cose che il tempo non è riuscito
a polverizzare sotto le unghie delle fate." (Alda Merini)
Quando sono partito era un sogno, poi si è trasformato in sudore. Ho visto il cielo e cavalcato l'arte dell'attore per arrivare sotto le unghie delle fate, dove il mio arcipelago si fonde nella storia di un vissuto d'attore e di uomo al limite tra uomini che hanno scelto le tenebre e uomini che seguono la luce. (Ivan Tanteri).
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